La fonte di S. Giusto, situata nel Vicolo dell’Oro, è una delle fonti minori cittadine alimentata dal Bottino Maestro di Fonte Gaia. Le prime notizie sulla fonte risalgono ai primi anni del Quattrocento, quando il Comune di Siena, su richiesta degli abitanti della contrada di S. Giusto, finanziò la sua costruzione. Nel 1472, come per altre fonti, le fu aggiunto un travaglium, una recinzione per evitare che gli animali potessero avvicinarsi alla vasca d’acqua destinata agli uomini.
Oggi, l’aspetto della fonte e della piazzetta limitrofa appare sensibilmente alterato rispetto alle origini. Infatti, nella seconda metà dell’Ottocento quasi tutte le fonti minori furono murate e sostituite da una o più cannelle azionate da una pompa a pressione. Fortunatamente grazie a un disegno di Girolamo Macchi, conservato presso l’Archivio di Stato di Siena, sappiamo che la fonte era collocata originariamente dentro una volta. Sempre nello stesso periodo la vecchia piazzetta di S. Giusto fu sostituita da una nuova, posta sulla soprastante Via di S. Martino. Qui fu trasferita anche la singolare mezza colonna in granito (probabile materiale di spoglio antico) che precedentemente si trovava a lato della fonte. La colonna nel tempo è stata protagonista di varie leggende. Ad esempio, tra il Sei-Settecento si credeva che in epoca romana avesse in cima un idolo pagano e che, quando i senesi si convertirono al cristianesimo, la colonna sarebbe stata capovolta in segno di disprezzo. E ancora nell’Ottocento si pensava che la colonna contenesse le teste mozzate dei condannati a morte. In realtà la colonna serviva a illuminare la strada (nella gabbia di ferro venivano posti degli stracci unti di sevo e sostante resinose per poi essere incendiati), dando luce a eventuali tumulti notturni o segnalando la pubblica esultanza in occasione di feste.
La storia della fonte e della piazzetta è strettamente legata a quella della Chiesa di S. Giusto, una delle chiese più antiche della città, fatta realizzare dai canonici di S. Martino nel 1181 su autorizzazione del vescovo di Siena Gunteramo. Agli inizi del Quattrocento la chiesa diventò l’oratorio dell’Arte dei Battilana fino al 1777, anno della soppressione delle Arti voluta dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo. Da quel momento la chiesa seguì un lento ed inesorabile declino, e negli anni ’30 del Novecento fu demolita per il risanamento del quartiere di Salicotto. Infine, nel 1938, durante i lavori di bonifica, il proprietario di uno dei nuovi edifici adiacente alla piazzetta fece erigere una cappella in stile falso medievale (ancora oggi esistente) in memoria dell’antica chiesa.
Purtroppo oggi riuscire ad individuare la fonte è difficile perchè resta visibile solo il rubinetto di ottone spesso coperto dalla sosta delle auto e protetto solo da due catenelle.